lunedì 5 novembre 2007

Bruno Vespa spiegato ai miei figli

Le poltrone bianche di Porta a Porta hanno la stessa funzione dei pendoli di metalli utilizzati in passato dagli ipnotisti. Se poi le loro pelli lucide sono ricoperte dalle chiappe di una valletta, l'erezione che ne nascerà, avrà del nazista.
Una settimana ho sorpreso mio figlio Duabb guardare una puntata del programma di Vespa, titolo della puntata: L'inferno è vicino alla Romania. L'ho sgridato violentemente cercando di fargli capire che lo facevo per il suo bene, come quella volta che ho dato fuoco al suo triciclo dopo che lo avevo visto che lo guidava leggendo Proust.
La lezione che gli ho impartito è stata comunque utile: ora guarda Penthouse TV, Proust lo lascia in cameretta e quando si sente felice picchia la sua maestra d'asilo.
Quando era ancora intrappolato dalle spire neose di Vespa, era solito svegliarsi in piena notte recitando vecchie battute dei film di Vanzina e confondere Milly D'abbraccio per la Montalcini.

"Papi, che cos'è la religione?" mi ha chiesto ieri. Io non gli ho risposto ma mi sono limitato a fargli notare che dio è vicino a lui, sempre. Grave errore, ora chiede una paghetta raddoppiata perché dice che deve pagare anche per dio.
Parrà incredibile, ma ho dio che mi gira per casa e il rubinetto continua a perdere...

Tutto ciò mi ricorda il periodo in cui sua madre stava male ed ero costretto a passare la maggior parte del tempo in ospedale, a provarci con le inservienti. Ad ogni modo, fa paura la leggerezza con cui Vespa tratta Mussolini e il fascismo: quello non è 'riabilitare', quello è limonare in pubblico. (A testa in giù, ovviamente.)

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