venerdì 20 luglio 2007

La triste fine di due parole su Word

Gadd e Lor camminavano per una strada bianca illuminata: una freccia quasi gigantesca si muoveva nel terreno, a volte sembrava volesse investirli o traffiggerli entrando dal loro buchetto posteriore. Poco male, continuavano a stare lì, immobili e non ancora ripetuti, aspettando che “i tasti” decidessero le loro sorti, li facessero ricomparire in stili diversi –grassetto, sottolineato- o con font e dimensioni nuove. Senza speranze, attendevano a vuoto e s’ingraziavano nel guardarsi attorno, in quello sfondo azzurrognolo che conteneva “il grande foglio”. Chissà se sarebbero ancora ritornati utili all’Autore, chissà sarebbero stati cancellati. Bastava un attimo, un errore e un trattino verticale lampeggiante li avrebbe risucchiati alla penombra di una qualche ram di memoria, e da lì, dimenticati per sempre. Finora stavano resistendo. “Teniamo duro”, si esortavano i due sperando un giorno di poter far carriera, di vedersi passare lungo fili ultraveloci e arrivare ad essere impressionati in un qualche foglio di carta da una valanga di inchiostro appicicoso. Ma anche in questo caso: sarebbero stati neri oppure le cartuccie avrebbero fatto il loro dovere? Loro amavano il nero, anche perché va con tutto –sapete-, e a certe loro amiche affascinava non poco.
Triste storia, rappresentare i due protagonisti di una storia senza storia, senza persone e senza fine. Tra poco avrebbero cominciato ad implorare di essere cestinati –con tutto il loro file- e di venir gettati platealmente in un oblio dall’odor di silicio. Invece forse il loro destino sarà appesantire una qualche dimeticata cartella, essere ritrovati mesi dopo –magri, affamati e stremati- e venir violentati da un qualche colpo di tasto. E’ il destino di cose come loro. Essere inutili mezzi nelle mani di un qualche scriteriato.

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