giovedì 14 giugno 2007

Dopo la Rivoluzione

Silvio Berlusconi morì travolto da una strana frana di rogatorie dalla Svizzera e fu sepolto ad Arcore, previamente svuotata dai propri abitanti ( che arroganza! Come si fa ad abitare ad Arcore? Chi si credono d’essere, dio? ) per fare posto al mausoleo funebre progettato per l’occasione.

Massimo D’Alema esplose dopo aver tentato di fingersi modesto e fu soppiantato da
Fassino, per l’occasione vestito da riformista. Con la camicia nera. Però a righe.

La mafia organizzò dozzine d’attentati in tutta Italia per ricordare a tutti che non esiste. E tutti obbedirono.

La Confindustria si schierò contro il precariato: organizzò un grande sciopero generale in piazze.
Non i dirigenti però, dei rumeni in nero.

La gente sentì all’improvviso una nuova ventata di libertà, poi ricoperta subito dalla diossina dei servizi segreti.

Da Vicenza, capitale del cinquantaduesimo stato a stelle e striscie Spaghetti Texas, partì il contrattacco americano contro l’Italia in rivolta, vennero scaricate nella penisola decine e decine di bombe nucleari. Ironia della sorte: rimase in piedi solo Venezia. ( Cacciari sorpreso a scippare degli scimpanzè. Minorenni. )


I Circoli della Libertà dichiararono guerra ai terroni, alleatisi con la Lega Nord e ad alcuni forzisti pentiti che gridavano: “ Brambilla mignotta!”

Il Vaticano si schierò subito con gli anti-rivoluzionari, ma non accettò l’appoggio dei caschi blu perché considerati “abortisti” e decise, in piena astinenza da dittatore, di allearsi con Putin.

Vladimir Putin fece un culo così a tutto e tutti. D’Alema rispose duro: “non sono d’accordo”. In seguito verrà appeso in Piazza a testa in giù, creando grandi dubbi tra i manifestanti nel riconoscere un capo del corpo dall’altro.
“Dritto o rovescio va bene comunque” sentenziò il Ministro dell’Amnistia Clemente Mastella, seguitamente travolto da una marea di letame made in Consob.

Poi, che voi ci crediate o no, tutto tornò normale. Il buon vecchio Fascismo di una volta, solo con un po’ di phard in più, sennò la gente se ne accorge.

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