lunedì 20 agosto 2007

Ratzinger on holyday

L’arcangelo Gabriele bussò alla porta di San Pietro con fare garbato, nel farlo la sua aureola non si mosse nemmeno. “Il papa va in vacanza, signore” disse il pennuto al superiore con fare moscio. Pietro reagì sbattendo la sua stilografica autografata da Dio nel muro macchiandolo di inchiostro che subito, accompagnato da una canto gregoriano misterioso, scomparve nel vuoto lasciando la superficie intonsa. “E se ne va in montagna ancora?”, chiese il vecchio scuotendo le sue leggendarie chiavi, “la gente muore di fame, non trova lavoro, guerre, morte e distruzione e quello che va in montagna ad ascoltarsi Mozart e a fare la “vacanza intelletuale” che Navarro-Vals ha descritto su "la Republica"?
Gesù entrò nell’ufficio spegnendo la sigaretta in un posacenere che creò all’istante e commentando il fatto tirando in ballo la vecchiaia del Santo Padre, “è troppo vecchio, si stanca facilmente, è accacciato.”
“Gesù, detto fra me e te: CHISSENE!”, commentò gridando come il loro antagonista caprino Pietro con l’aureola che gli girava in testa e faceva fumo. “E poi a me Mozart non piace: lo trovo kitsch”, aggiunse serio Gabriele rollando uno spino, “meglio i Grateful Dead!”
I tre proseguivano gaii la tenzone ognuno con le proprie convinzioni, cercando di trovare una soluzione che potesse risolvere la questione; a questo punto l’unica idea sana risultò essere chiedere udienza dal principale e supplicare un miracolino per spostare Benedetto XVI dalle lande montane di Roma.


Comunicato Interno Paradiso settore K-1
E’ dovere del CdA della Paradiso S.p.A. reagire ed intervenire alla notizia, giunta da fonti Vaticane ufficiali, delle imminenti ferie estive prese senza contattare precedentemente la dirigenza da colui che si presenta come il “Rappresentante di Dio sulla Terra”. Premettendo che nessuno mai ha affidato a nessuno – se non al dott. Gesù Cristo- questo incarico, ritengo sconsiderata la sete di riposo manifestata dal dipendente Joseph Ratzinger in una situazione mondiale a dir poco preocuppante.
Prima risolva le beghe interne alla Santa Sede, epuri dalla Chiesa i preti condannati per pedofilia, aiuti i bisognosi, cominci a trattare come essere umani gli omossessuali e poi –solamente poi- goda delle sue, a quel punto, meritate ferie.
La presente missiva purtroppo non giungerà all’interessato poiché il nostro ufficio postale –come voi tutti ben sapete- era situato nel Limbo che il Nostro ha solertemente abolito, mandando in cassa integrazione migliaia di nostri dipendenti che ivi vi lavoravano e scatenando l’indignazione del nostro Santissimo Sindacato che domani organizzerà una grande manifestazione nel quarto anello della nostra Sede a cui siete tutti invitati.
Teniamo duro, ragazzi, morto un papa se ne fa un altro e la Direzione tutta, cordialmente, tifa per il Venturo.

“Poco cambia, ragazzi. Quello rimane comunque a grattarsi in alta quota,” constatò frustrato San Pietro al pennuto Arcangelo, “qui c’è solo una persona che ci può aiutare, ma è da molto tempo che nessuno di noi lo incontra.” Lo sguardo di Gabriele cercò di decifrare le intenzioni del Santo barbuto, poi lo vide incamminarsi verso una stanzino, aprire una porta e scovare una porta arruginita di un qualcosa di simile ad un ascensore.

“Vieni Gabri, si scende all’inferno!”, le parole di Pietro resero il pennuto nervoso, quasi fosse stato costretto a condividere una sottiletta con Maurizio Costanzo a digiuno da due settimane, ma tanté, i due ci salirono, e pigiarono l’unico pulsante disponibile: Inferno, a cui un qualche simpaticone aveva aggiunto la parola "Mediaset".

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