martedì 21 agosto 2007

Strani incontri

Ci sono incontri che davvero non ti aspetti, di cui nemmeno ti immagini. Ad esempio, quella sera, mentre stavo guardando Porta a porta, sentii il suono -quantomai melodioso- del mio citofono. Driiiin. Mi alzai, scavalcando un gatto di polvere delle dimensioni di un grosso roditore che si era accumulato nel salotto, ed andai verso la porta. La aprii. Un uomo, di gran fascino (di quel fascino pericoloso alla Mickey Rourke) mi stava aspettando.

-Buonasera, chi è lei?- dissi io.

-Piacere, sono Satana, il diavolo, Lucifero o come cazzo vuoi chiamarmi. Disturbo?-

-Affatto, caro. Ma lei è davvero Satana?-, chiesi io, sorpreso come un ritardato al ritiro del Nobel.

-Guardi, signore, mi faccia entrare. Le spiegherò.-

E quell'uomo cominciò a parlarmi, a parlarmi di lui, dei suoi problemi, di quanto la vita sia triste e dura di questi tempi. Poi mi chiese: -Posso dormire da Lei, per questa notte?-

Ora, quell'esserino mi stava intimorendo, ad essere sinceri, ma sentivo che non avrebbe sporcato la moquette, quindi accettai di buon grado.

-Prego, dottor Satana, come vuole lei, ma... scusi... lei normalmente dove alloggia?-

-Mah, è da un bel po' di secoli che vivo fisso in una piccola zona di Roma, chiamata Vaticano, le dirò, la trovo particolarmente suggestiva... e affascinante.-

Gli offrii un bicchiere di vino che però rifiutò dichiarandosi astemio. Poi, con un movimento di mano, materializzò sul tavolo un boccale di birra fluorescente che trangugiò in un istante salutandomi con un rutto che sembrava un richiamo per cormorani.

Per farla breve, si era innamorato della mia vicina di casa, tale Whelly, dal seno prosperoso e dal fondoschiena che sembrava ricamato nel vento. Mi chiese dei consigli in materia amorosa e altre cose, a cui risposi velocemente e serenamente:

-Guardi, per consigliare qualcosa a Lei, dottor Satana, dovrei proprio saperne una in più del diavolo! Ah Ah Ah... e...-, mi bloccai quando vidi nel suo sguardo un irresistibile pulsione di carbonizzarmi, aiutata dal fatto che nel frattempo aveva preso le sembianze di un grosso pinguino dall'aria minacciosa e dai lineamenti simili a quelli di Claudio Lippi. Decisi di assecondarlo come si asseconda un orso bruno che ti chiede un accendino. Cominciai ad inventarmi gli ipotetici "punti deboli" di Whelly, che egli doveva sfruttare. Anzi, gli preparai un intero dossier, che ora vi propongo:


Dossier su Whelly Smithson, mia vicina di casa:


1. La ragazza in questione è ghiotta di ghiande, perciò sfruttare il tal fatto spargendo una scia di tali frutti al di fuori della di lei abitazione, dirigendo la preda verso l'obiettivo premeditato;

2. La signorina Smithson ha l'aria di essere sportiva, per cui, sfruttare ogni momento utile per farsi vedere da lei in tuta da ginnastica nel mentre di una corsa, di un piccolo esercizio o di una battuta di caccia al furetto (*);

3. La ragazza sembra essere molto religiosa. Di fede cattolica. E' quindi indicato a lei, dottor Satana, NON rilevare la sua identità, la quale potrebbe rallentare -o interrompere sul nascere- il rapporto con la sua preda.


Questo il mio dossier, tre semplicissimi punti. Semplici da seguire. Lucifero ne fu felice, seriamente, e fece per andarsene. Prima però:

-Scusi, signor Diavolo, ma... per caso ha scorreggiato?-

-Che domande, mortale! Certo che no!-

-E questa puzza da zolfo che è?-, chiesi io, incurante del pericolo come un tampax di Moira Orfei.

-Io puzzo da zolfo, cretinetti! Lo sanno tutti. Beh, ora vado. Che dio la benedica, ammesso che abbia voglia di fare almeno quello, quello sfaticato. Addio.-

E se ne ando, senza che sapessi cosa avesse voluto dire. Presi il sonno a testa in sù, quella notte, sognando un diavoletto che mi faceva il 740 e scoreggiava tintura da capelli fuori moda.

(*) La caccia al furetto fu inventata in California dagli aztechi del nord in piena rivoluzione amatriciana, come passatempo tra una rivolta e l'altra. Consiste nell'imbottire dei furetti di cocaina purissima, tenendoli chiusi in una gabbia minuscola, e poi farli uscire velocemente, favorendo loro lo scatto. A quel punto si cerca di colpire gli animaletti con dei chiodi. Chi ne colpisce di più, viene inserito nella gabbia al posto dei furetti. Perché se lo merita: uccidere animali per divertimento è disumano. Quella al furetto è l'unica caccia a favore delle bestie o, parafrasando Winston Churchill "un'attività inutile quanto la mungitura di tori."

1 commento:

ignipott ha detto...

... io una volta ho incontrato Duncan Macleod... mi ha tagliato la testa, ma poi fortunatamente mi è ricresciuta... sebbene adesso assomigli un po' ad Umberto Smaila.