martedì 20 febbraio 2007

A volte ritornano (1)

Pioveva, pioveva davvero che dio la mandava, quella sera. Dio la mandava proprio diretta quell'acqua dal cielo ma nessuno si immaginava che con essa ci stesse spedendo anche suo figlio. O meglio, il suo secondo figlio.
Balù discese in Italia il 25 Aprile 2011, alle 00.33 di una notte bagnata e stracciapalle. Subito, armato di sola mappa di Roma, si recò in Città del Vaticano, speranzoso di trovarvi un' accoglienza da dio, nel vero senso della parola. Suonò al citofono nella residenza di Papa Maurizio Costanzo e chiese di parlare col padrone di casa. Già si sentiva a casa, quel Balù. La secca risposta del segretario papale Francesco Rutelli inasprì non poco il suo docile temperamento e lo spinse a mettere in dubbio la solidità morale di sua madre, la povera Maria. Lo scacciarono come un buffone dalla corte vaticana e così il secondogenito di dio si ritrovò solo, come il suo fratellone, in un mondo nuovo, moderno, inquinato e popolato di stronzi. Vestito così com'era (umile, solo un saio sporco e a piedi nudi) incontrò non pochi problemi nel relazionarsi con gli indigeni di quella che, a quanto gli era stato detto, era la città di dio. "Ah bello! Ma che te faresti un giretto con me stanotte?" si sentiva ripetere da un paio di balordi che nelle veste sacre del figlio di dio avevano letto un che di profano e godereccio. Balù, ispirato dal Padre, sorrise, li salutò e fulminò loro lo scroto in un battibaleno, allontanandosi in un'atmosfera di peli bruciacchiati.
Subito un barbone che aveva assistito alla scena lo avvicinò e, aiutato dal rhum, con poca fatica individuò in lui il nuovo Messia e lo seguì. Pasquale fu il primo apostolo di Balù. Dodici metri dopo, Sabrina, una non totalmente ragazza che stava sotto un lampione ad aspettare non si sa che cosa, si unì al buffo duo e così i tre, coperti dallo scherno e dallo schifo degli astanti, cominciarono ad andare per la città e la regione professando la parola di dio. "Ah Froci!" era lo slogan con cui gli indigeni li accoglievano all'entrata in città. Poi però smettevano di gridare poiché, si sà, parlare con lo scroto carbonizzato é impresa assai ardua. Alle persone che gli chiedevano il perché di questa violenza, Balù rispondeva: "Io violento? Non sono mica io quello che ha fatto l'Inquisizione in nome di mio Padre. Zozzoni!" e subito a carbonizzare scroti. Il tutto era seguito dalle risatine di Sabrina, Pasquale e Ahmed, marocchino trapiantato in Italia, e maltrattato dai cattolicissimi indigeni, che trovò rifugio nel caldo abbraccio di Balù. "Pure con li negri ci si mette quello, mò..." dicevano solarmente gli astanti. Balù voleva veramente bene ai suoi tre amici poiché erano gli unici ad amarlo così com'era, senza nemmeno essere certi che egli fosse il figlio di cotanto padre. Un amore sconsiderato, davvero e con tanto amore li chiamava "i miei apostoli", parafrasando le parole del suo predecessore. Tutti gli altri li chiamavano semplicemente "i due balordi, la zoccola transessuale ed il negro". "Prospettive diverse" rispondeva sereno Balù nel carbonizzare qui e là. La vita si preannunciava davvero dura per Balù e i suoi compari. Nel ventunesimo secolo un messia non é difatti messia se non é anche multimiliardario, calciatore o sex symbol. E lui, oltre che povero e parzialmente zoppo, era pure brutto come uno scarafaggio, sporco e un po' puzzolente. "E' più facile che io mi faccia una doccia che un ricco entri nel regno dei cieli" gridava Balù nella sede romana di Forza Italia, al tempo l'unico partito ad avere potere nel paese. Così il fondatore di tal partito, da poco nominato vicepapa
ad interim, Silvio Berlusconi, prese a screditare il buon Balù. "Stalinista girotondino no-global antifascista e culattone che non sei altro!" gli gridava da quel che rimaneva del suo corpicino, ormai ridotto a tranta centimetri d'altezza poiché stravolto da un migliaio di lifting. Balù alzò lo sguardo al cielo e chiese sorridendo: "Posso, papà?". Ed il Padre: "Se non lo fai tu, lo faccio io" e un fulmine lo sventrò regalando alla città un'inaspettata pioggierellina di sangue e merda. Ed a tutto il paese un lampo di democrazia. Regalo divino. Offre Balù.

(continua..)


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